Aprile 19, 2024

Tutti voi, probabilmente, avrete avuto a che fare con le famose bufale: ovvero tutte quelle notizie false, provocatorie e diffuse deliberatamente da fonti o siti web che imitano gli originali per trarre in inganno gli utenti. Una bufala agisce come un virus: appena trova qualcuno che la condivide, si diffonde a macchia d'olio con una velocitร  davvero esasperante.

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Tutti voi, probabilmente, avrete avuto a che fare con le famose bufale: ovvero tutte quelle notizie false, provocatorie e diffuse deliberatamente da fonti o siti web che imitano gli originali per trarre in inganno gli utenti. Una bufala agisce come un virus: appena trova qualcuno che la condivide, si diffonde a macchia d’olio con una velocitร  davvero esasperante.

In Italia, le bufale che hanno piรน successo sono quelle riguardanti la dipartita dei personaggi famosi: Pippo Baudo, Paolo Villaggio, Hugh Hefner, Sylvester Stallone. Non si salva proprio nessuno.
Il problema diventa pesante quando le bufale escono fuori dai loro confini scherzosi e volutamente provocatori per finire all’interno di testate giornalistiche famose. Vi chiederete: com’รจ possibile? Su Internet, la continua caccia alle notizie e l’esigenza di riempire le home page con le news piรน virali spinge tantissimi giornali a non approfondire la fonte, collezionando spesso figuracce clamorose. I creatori delle bufale sul web, infatti, sono tutto tranne che stupidi: conoscono molto bene i canali mediatici e, in un modo o nell’altro, qualcuno che ci casca lo trovano sempre. Prendete IlGiomale.it: il dominio รจ davvero simile al famoso sito de Il Giornale, e sfrutta l’effetto ottico della “m” che somiglia ad un “rn”. Su Facebook, le sue bufale sono le piรน condivise: di recente, ad esempio, ha avuto un incredibile successo la falsa notizia di Papa Francesco e dell’autorizzazione ai matrimoni gay. Tantissimi l’hanno condivisa, senza rendersi conto dell’enorme presa in giro.

Si tratta di un vero e proprio fenomeno sociale, perchรฉ cascare su una bufala significa anche dimostrare ai propri amici di essere non esattamente delle cime. Ecco come smascherarle. La prima cosa da fare รจ non fidarsi mai: verificare la fonte, prima di tutto, e poi andare su Google ad informarsi. Nel 99% dei casi, i primi risultati del motore di ricerca vi diranno la veritร  sulla notizia. La condivisione della news, poi, dev’essere fatta solo dopo aver controllato che non si tratti di una bufala: potreste, infatti, diventare voi stessi i diffusori del virus. Nel caso in cui la bufala non fosse ancora nota su Google, cercate di ingegnarvi: leggete la notizia, il taglio che le viene dato, la correttezza dell’italiano e tante altre cose che vi aiuteranno a distinguere un articolo falso da uno giornalistico. Non รจ un’operazione facile: in Italia molti giornalisti scrivono male, e molti blogger scrivono come veri giornalisti. In questo caso, cercate piccole incongruenze e soprattutto le citazioni delle fonti, teoricamente la prima cosa che un giornalista serio scrive. Se le fonti non sono presenti, anche se si tratta di una testata famosa, รจ presumibile che l’articolo sia solo frutto di una rielaborazione di una notizia altrui.

Facebook, per cercare di combattere il problema, starebbe testando presso una piccola fetta di utenti americani un sistema di segnalazione delle notizie false: il software sarebbe, infatti, in grado di riconoscere e bloccare tutte le condivisioni di contenuti aventi a che fare con quella falsa notizia. Usiamo volutamente il condizionale, perchรฉ la bufala รจ sempre dietro l’angolo.

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