Aprile 18, 2024

Parte un nuovo progetto in collaborazione nientedimeno che fra i due colossi tecnologici, Apple e Google. Per la prima volta realizzeranno insieme una nuova tecnologia sfruttando la connessione Bluetooth per rendere attivo un sistema di tracciamento dei contagi.

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Parte un nuovo progetto in collaborazione nientedimeno che fra i due colossi tecnologici, Apple e Google. Per la prima volta realizzeranno insieme una nuova tecnologia sfruttando la connessione Bluetooth per rendere attivo un sistema di tracciamento dei contagi.

A rendere la notizia ufficiale è stato proprio Tim Cook, amministratore delegato di Apple congiuntamente con il ceo di Google, Sundar Pichai. L’obiettivo è quello di rendere operativa una piattaforma di tracciamento, basata sulla tecnologia Bluetooth, garantendo “privacy, trasparenza e consenso”.

Secondo quanto riportato, il sistema non sarà basato sulla geolocalizzazione, non traccerà la posizione fisica delle persone, ma farà riferimento alla connessione dei dispositivi. Così sarà possibile individuare una “eventuale vicinanza” con un soggetto che si è dichiarato positivo al Covid-19. Esempio: una persona positiva al Coronavirus potrebbe comunicare all’app che è stata infettata, informando così altre persone, i cui telefoni, nei giorni precedenti sono passati a distanza ravvicinata.

Ma ovviamente a preoccupare maggiormente gli esperti – spiega “The Verge” – è il tracciamento dei contagi nelle zone affollate. Il sistema potrebbe segnalare una falsa vicinanza, per esempio tra due persone separate da una parete, o potrebbe non tener conto del tempo di esposizione, che può essere importante per quantificare la carica virale subita.

Apple e Google contano di rilasciare una prima app del sistema a maggio. Sarà compatibile con i sistemi Android e iOS e sarà implementata dalle app delle autorità sanitarie pubbliche. Probabilmente questo sistema non sostituirà del tutto il vecchio metodo di tracciamento dei contagi – basato sull’intervista alle persone positive per ricostruire spostamenti e contatti – ma potrebbe agevolare enormemente il lungo processo di tracciamento. Anche stavolta la tecnologia si presta per cercare di aiutare l’uomo con una pandemia in corso (vedi anche Coronavirus: la tecnologia di Whatsapp al servizio della Sanità)

Insomma potrebbe tanto essere una valida soluzione, a supporto di quello che già attualmente funziona, oppure potrebbe risultare una nuova e profonda violazione della privacy con conseguente dispersione di dati riservati. Chissà?!? Voi cosa ne pensate? Ditelo con un commento in basso.

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